“Sono Ton, Bon Ton!”… ci vorrebbe davvero uno così per insegnare l’educazione, sì perché di questi tempi sembra davvero una missione impossibile! (potrei anche lanciare l’idea per un nuovo copione a ToN Cruise)
Credo che il problema principale stia nella concezione stessa di educazione. Spesso si confonde l’insegnamento, cioè l’inserire informazioni e nozioni, con l’educare, che invece corrisponde al tirare fuori.
Viviamo nell’epoca dell’informazione, ma la società odierna è composta di contenitori che non sono in grado né di discernere le informazioni vere e proficue da quelle false e malevoli, né di tirare fuori da sé stessi e dagli altri il proprio meglio. Non basta dire “no” a comportamenti sbagliati, bisogna lavorare sulle coscienze introducendo pensieri positivi, prìncipi profondi che non siano sciacquati via da una moda o da un decreto.
A cosa serve avere un figlio educato a tavola, che magari conosce e applica tutte le regole del galateo, se poi a scuola è un bullo? o se da adulto con quello stesso coltello ferirà (seppure elegantemente) la fidanzata? o se non ha ancora capito che la mano davanti alla bocca non si mette solo quando si tossisce?
Il bon ton è rispetto per gli altri attraverso l’applicazione di regole sociali, è cura per sé stessi, è attenzione a cosa facciamo entrare nella nostra mente così da poter tirare fuori parole e comportamenti buoni, sani, positivi.
Usiamo questo tempo per accertarci delle cose più importanti, per selezionare le informazioni e per educarci a vicenda. Con in nostro coro di Tonni ha funzionato: abbiamo trovato l’armonia e ci siamo inteneriti (ma non ditelo alla Rio Mare se no partono le truppe di grissini!).
Lasciatevelo dire da uno che vive in acqua: “siamo come isole nel mare, separate in superficie, ma collegate nel profondo” (forse anche William James era un tonno). Tonni di tutto il mondo, uniamoci! Scendete a scoprire le meraviglie di questo oceano profondo e del suo Bon Ton! #StayTuna #BeBonTon
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